Nascita, sviluppo e creazione di Barbie

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  1. Alexandra.Stempford
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    Elliott Handler e Harold Matson fondarono la Mattel (Mat - Matson e El di Elliott) nel lontano 1945: la società era principalmente dedita alle cornici per foto, ma un lungo periodo di magra economica fece si che i due piccoli imprenditori decidessero di dedicare gran fetta delle loro produzioni agli oggetti per le case delle bambole. Considerato ormai morto il mercato delle cornici, Mattel decise quindi di investire i suoi esigui capitali in giocattoli di buona qualità, ma che fossero soprattutto innovativi e precursori dei tempi.
    Proprio in quel momento, entrò in scena Ruth: la donna era un'innovatrice nata, ma principalmente un'ottima osservatrice. Moglie di Elliott Handler, Ruth non aveva mai avuto un ruolo di primo piano all'interno dell'azienda Mattel, ma questo non la fermò dal creare il giocattolo piu venduto e amato della storia: Barbie.
    Osservando con attenzione sua figlia Barbara, Ruth notò che la bambina scansava il classico bambolotto a cui fare da madre, prediligendo le bamboline di carta da vestire, dando poi loro dei ruoli adulti. Cosa alquanto bizzarra per l'epoca, che vedeva le donne nascere e crescere come cuoche e madri: Barbara invece, adorava dare dei ruoli alle sue bamboline di cartone, nessuna sottomessa, anzi vera e propria protagonista. Donne in carriera, indipendenti, fiere: questo illuminò la fonte d'ispirazione di Ruth, che non ci mise poi molto a presentare la propria idea al cospetto di marito e socio.
    Entrambi però, bocciarono il progetto di creare una bambola in miniatura dalle sembianze adulte.
    Complice un viaggio in Europa, in Germania, Ruth tornò a pensare alla sua bambola adulta per bambine proprio di fronte ad una bambola molto simile, la Bild Lilli: questa non era propriamente una bambola per bambine, anzi, era una bambola per soli collezionisti adulti. Lilli era un personaggio dei fumetti, realizzato successivamente in forma fashion doll dal 1955 al 1964, anno in cui la Mattel ne acquistò i diritti e quindi l'esclusiva proprietà.
    Convinti i due imprenditori, Ruth firmò legalmente l'idea e fece creare in Giappone una bambola molto simile alla Lilli ma in grado di rappresentare ben altro: il risultato finale portava il nome dell'ispiratrice, ovvero Barbara che venne abbreviato in Barbie.
    Ufficialmente, il primo esemplare venne commercializzato dal 9 marzo 1959: bionda e mora, matita sugli occhi, rossetto rosso, fisico da vera modella, e coda di cavallo, questa era Barbie.

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    La coda di cavallo, la celeberrima Ponytail, diventò un appellativo fisso per quel nuovo seducente giocattolo: le caratteristiche fondamentali di quel corpo così innovativo per una bambola erano sicuramente la linea da pin up ed il fortissimo richiamo alla moda. Infatti, Barbie si presentava con un delizioso costume a righe bianco e nero, rivista al seguito ed occhiali da sole; piccola particolarità, due piccoli fori sotto la pianta dei piedi per fissare il piedistallo.
    Ovviamente, come oggi, Mattel decise di vendere i vestiti apparte per poter sdoppiare le entrate, scelta che si rivelò vincente.
    Con uno sforzo economico sovraumano per la piccola Mattel, fatto di ridondanti pubblicità, Barbie vendette 350 mila copie nel primo anno di vita: un successo straordinario per un giocattolo.
    La seconda versione di Barbie è praticamente identica, scompaiono però i fori sotto i piedi e il piedistallo sorregge la bambolina dalle ascelle; la terza versione arriva nel 1960 e dimostra un difetto nei materiali, che perdono colore. Proprio per questo, ne viene prodotta una quarta versione che usa per materiale il Silkstone, molto simile alla porcellana: queste versioni erano veramente molto pesanti, essendo piene e non vuote.
    Con la sesta versione, del 1961, Barbie cambia altri materiali, questa volta sul capo: cambiando il materiale dei capelli, potè permettersi il conosciuto Bubblecut, ovvero il taglio corto ed abbombato che poi venne replicato in vari colori e non solo castano e biondo. Anche il costume cambia, non piu a righe ma rosso con spalline. Proprio quell'anno, Mattel decide di introdurre lo storico fidanzato di Barbie, Ken, che prendeva il nome dal secondogenito degli Handler, Kenneth.

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    Nel 1963, Barbie è soggetto dell'ennesima trasformazione: i capelli scompaiono e diventano di vinile, sostituiti da tre parrucche sintetiche. In concomitanza con questo cambiamento, in casa Mattel vengono introdotti Midge e Allan, rispettivamente nel 1963 e 1964: migliore amica di Barbie e miglior amico di Ken.

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    Nel 1964 altra rivoluzione, i capelli diventano Swirl: ovvero, con una coda da cavallo piu bassa e la frangia liscia laterale. Inoltre, sempre nel '64, la Mattel produce la prima Barbie con gamble che cliccano, Miss Barbie, ma non è l'unica novità: i suoi occhi hanno la possibilità di chiudersi e aprirsi.
    Si susseguono altri stili ed altre mode, che culminano nella Barbie American Girl, con caschetto vero, e la Barbie Colour Magic.
    Cambiamento veramente sostanziale arriva nel 1967, con l'introduzione del corpo Twist 'n Turn che ha la facoltà di ruotare di 360° e allo scoccare degli anni '70, arrivano anche le prime Talkin Barbie.

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    Negli anni si susseguono diversi esperimenti, dal corpo che cammina, agli snodi su tutto il corpo, ma solo nel 1971 c'è il primo di due epocali cambiamenti nella storia di Barbie: la serie Malibù fu la prima dedicata completamente al tema estivo. Nonostante fosse una serie economica, Barbie Malibù con il suo costumino, occhiali, pelle abbronzata e asciugamano, divenne il capostipite di una lunghissima serie che dura tutt'ora.

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    Nel 1977, Mattel affida a Joyce Clark il compito di creare una nuova forma per Barbie: lo scultore ci riesce, eccome. Infatti, Clark crea lo stile di bambola piu venduto della storia: la Superstar. Sulla scia dell'attrice americana Farrah Fawcett, Barbie diventa pettoruta, con vitino da vespa, gambe che cliccano, sorriso smagliante, ombretto azzurro e labbra rosate. Con braccia tese (palm to rearm, basiche ed economiche) o con braccia a L (bent arms, piu costose) poco importa, il fenomeno Barbie dilaga.

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    E' però negli anni 80 che Barbie conosce il massimo sviluppo: nascono le Dolls of The World, bamboline che rappresentano le differenti nazioni e che ottenero un successo inaspettato quanto grande, in ogni parte del mondo. Nasce anche la linea Rockers (che faceva il verso alle primitive Jem), e prende vita anche la prima Black Barbie.

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    E' verso la fine degli anni 80 che Mattel inizierà a strizzare gli occhi al pubblico piu adulto, producendo la prima bambola in porcellana firmata Barbie (Blue Rhapsody) e la prima vera serie da collezione, la più conosciuta serie Holiday. Negli anni 90, Mattel prosegue la scia del collezionismo per adulti dando il via libera a collaborazioni con noti stilisti, tra cui spicca sicuramente il noto stilista circense Bob Mackie: Mackie introduce un nuovo face mold (viso) per Barbie, da dedicare a bambole da veri collezionisti adulti. Gli abiti sono molto lavorati, i dettagli sempre piu curati e il boom del collezionismo inizia a dilagare in tutti gli Stati Uniti.

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    Invece, nella zona playline, Barbie continua ad usufruire del viso Superstars per metà degli anni 90 ancora, per poi passare al piu fresco e naturale Generation Girl che rappresentava il primo svecchiamento alla figura di Barbie dalla sua creazione. Da segnalare anche diversi adattamenti in chiave moderna della Barbie snodata, parlante e che cammina.

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    Nella seconda metà degli anni 90, la famiglia di Barbie comincia a contare molti più componenti rispetto alle tantissime new entry già segnate negli anni 80: Pj, Teresa, Miko, Allan, Midge, Skipper, accolgono altri personaggi. Stacie e Shelly, entrambe sorelle minori di Barbie, entrambe con un destino già segnato alla nascita: infatti, nonostante le ridotte dimensioni, la piccola Shelly ebbe un successo inaspettato, dovuto anche all'introduzione del piccolo Tommy, fratello minore di Ken. Inoltre, in quegli anni, vede la luce la prima Skipper adolescente, dotata di un nuovo face mold e di altri personaggi da riversare nel mondo Barbie, come Courtney e Nikki.
    Nel 2000 ci furono cambiamenti molto simili a quelli avuti negli anni 70, ovvero totalmente rivoluzionari: viene introdotto il Belly Buttom, corpo totalmente rimodellato che segue le normali curve femminili, dotato di fianchi e ombelico, che segna la fine delle continue polemiche dovute agli strettissimi fianchi della nota bamola che, secondo i suoi accusatori, spingeva le bambine all'anoressia.
    Inoltre, nei piani alti del collezionismo, inizia la produzione di bambole riservate esclusivamente al pubblico di collezionisti adulti: infatti, la serie Fashion Model vede le diverse bambole, prodotte in Silkstone, vestite di sola lingerie. La scelta di Mattel crea non poco scalpore, ma i produttori giustificarono tale scelta con il fatto che le bambole in questione erano prodotte per il mercato dei collezionisti adulti e non di certo per quello playline.

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    Nei primi anni 2000, Barbie diventa protagonista di diversi film e sfruttando la scia di pubblicità, lancia in contemporanea linee playline molto gradite al pubblico, nonchè nuovi face mold come quello di Kayla e Lea. In quegli anni, i vertici Mattel decidono di affiancare un vero e proprio mercato collezionistico a quello piu fruttuoso della playline: infatti, nascono nuovi face mold e nuovi corpi, tra cui spicca il Model Muse; corpo totalmente rigido che assume solo una posa, dedicato al solo display Barbie. Questo genere di collezionismo trova il suo naturale sfogo nella linea Basics del 2009 conclusa nel 2012: un vero turbinio di classe, eleganza, e sobrietà, per non parlare della sconvolgente qualità e dell'innumerevole quantità di face mold offerti.

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    La penultima trovata commerciale di Mattel arriva nel 2006, quando Barbie e Ken decidono di troncare la loro pluridecennale relazione: un'abile mossa di marketing che fa guadagnare a Mattel svariati milioni di dollari, vista la successiva linea playline chiamata Fashion Fever.

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    In questa collezione, le bambole venivano vendute in un box a forma di tubo, con abiti di qualità notevolmente superiore alla classica playline conosciuta fino a quel momento: le Fashion Fever divennero un vero successo commerciale e arrivarono fino al 2009, quando vennero sostituite dalle attuali Fashionistas, bambole completamente snodabili con look e stili diversi.

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    Edited by Alexandra.Stempford - 31/1/2014, 21:33
     
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